Five Parks Bike Ride / Capitolo 1 -La fattibilità dell’ impresa
Questo è il capitolo dello “studio di fattibilità”, ovvero dove cuore e dura realtà si contrappongono per capire se “la cosa” è fattibile. Vi racconterò della preparazione atletica, della ricerca del set-up di bici e materiali, per poi passare al capitolo 2 (forse)…
In gennaio Michael (Adventure Bike Racing, organizzatore della corsa), sollecitato da una mia domanda vista lo scarso numero di adesioni, mi dice che la “ride” si terrà comunque e che si recherà negli USA per una ricognizione che documenterà attraverso i social. Questo dovrebbe accrescere l’interesse per la corsa e portare nuovi iscritti.
Le difficoltà logistiche, economiche, tecniche della proposta, unite al proliferare di corse in tutto il mondo ormai tutto l’anno fanno si che la Five Parks Bike Ride non sia molto gettonata, ma questo non è un grosso problema per questa “edizione 0”.
Preparazione “atletica”
Essendo un lavoratore che va in bici per passione, ma avendo fatto diverse esperienze negli anni passati, sono riuscito a costruire una routine di allenamento che affianca del lavoro in palestra alle corse nel week end. Le fasi che si susseguono sull’argomento hanno per me i seguenti cardini:
Lavorare sui miei punti deboli, ovvero su parti che ho stressato negli anni predenti e che per una reazione di salvaguardia si sono indebolite rispetto al carico di lavoro che dovranno sopportare (ad esempio il rinforzo del tendine achille sx, collo, polso sx).
Posizionamento in bici, sempre importante quando cambiano delle componenti o come nel mio caso quando cambia tutta la bicicletta. Ora corro con una 3T strada (www.3tcycling.com), monocorona 42 e 11-42. Il fatto di non dover cambiare corona con il polso sx mi sta aiutando con il mio problema al polso (derivato dalla Three Peaks Bike Race 2019). Altre sollecitazioni però arrivano e si affaccia il tema di rispondere con del lavoro specifico dovuto ad esempio all’utilizzo delle appendici (che io ho adattato al mio angolo di polso attraverso la stampa 3D di un set personalizzato).
Sento sempre più l’esigenza di fare esercizi di potenziamento e di correre a piedi, poco e lentamente, infatti il lavoro in bicicletta ti porta a non camminare più, banalmente a sentirsi meglio in sella che a fare una passeggiata, ma questo è sbagliato, dunque la mattina faccio una breve corsa, circa 30-50 minuti, così giusto per deambulare un po’.
Il lavoro in palestra consta di classi di Spinning, che sento molto utile, anche per scaricare le tensioni e lavorare in modo aerobico, ma soprattutto seguendo un programma che prevede esercizi a corpo libero di “allungamento” e di “attivazione muscolare” in isometria, ovvero con un lavoro ad arti separati (questo per valutare le differenze di forza che nel mio caso ci sono tra dx e sx).
Il fine settimana cerco di usare la bici facendo almeno 200-250km anche in inverno, con ritmo sostenuto, andando solo o con amici gran pedalatori, ma anche usando la mia gravel e stando in compagnia, la strada è lunga e non ha senso stressarsi troppo. A livello di motivazione è comunque fondamentale porsi degli obbiettivi, o meglio delle mete fisiche da raggiungere in bici o treno+bici, per vedere posti nuovi, che poi è quello che mi muove davvero.
Set-up della bici e altri tools
La 3T Strada mi ha fatto guadagnare almeno 3 kilometri all’ora… un modo diverso di andare, più efficiente che apprezzo soprattutto quando mi sciroppo giri lunghi…
L’obiettivo è arrivare a stare in bicicletta per più giorni consecutivi, con pochi riposi, anche per periodi di una o più settimane, cercando di percorrere più distanza possibile.
Tutto tende al raggiungimento della efficienza, passando per la comodità: dalla corretta posizione in bicicletta, al giusto abbigliamento (per me 7Mesh sopra a tutti http://www.7mesh.com), alla sella, che deve essere la più comoda possibile. Usando molto le appendici mi sono accorto che la validissima Selle Italia Endurance non era adatta nella specifica posizione, perfetta invece la ISM (la sella che usa James Hayden non a caso). Purtroppo non ho la possibilità di cambiare il tubo sella (elemento fondamentale per dissipare sollecitazioni) che per la mia esperienza dovrebbe essere un Ergon usato da Canyon o il Save di Cannondale. I copertoni da 28mm sono il minimo per le lunghe distanze, se usati tubeless (con tutti i contro del caso) fanno la differenza, ma se hai una bici che tiene sezioni da 32mm meglio ancora. Insomma, per farla breve, passando da un set-up con tubo sella dissipante e copertoni tubless da 32 a tubo sella rigido con 28 e camera d’aria, già da giri di km.200 la sollecitazione sulle ossa ischiatiche diventa percepibile, direi preoccupante se si ha in mente di stare in sella per i km.5300 della Five Parks Bike Ride.
Bikepacking significa dotarsi di borse da telaio, e qui il rivoluzionario sistema (di cui faccio da sviluppatore e tester) di Vapcycling sembra essere interessante per la duttilità/modularità delle soluzioni, la stabilità che offre, la impermeabilità e la possibilità di togliere le borse dal telaio con semplici manovre (stay tuned! http://www.vapcycling.com). Una borsa full frame e una posteriore dovranno bastare, cercherò di non compromettere l’aereodinamica con borse anteriori.
Per quanto riguarda luci, sistemi gps, vestiario, mi riservo di scriverci su quando anche io avrò chiarito meglio quelle che saranno le tappe e dunque l’approccio alla geografia del west americano che percorrerò. Molto dipenderà dalla possibilità di poter bivaccare nelle zone desertiche o in quelle scarsamente servite che sono anche in quota, fin oltre i 3000 metri… Anticipo che il materiale sarà poco in ogni caso, leggero e testato. Niente dinamo, solo powerbank, due luci anteriori, due posteriori (una coppia sul telaio e una su casco). No borracce rigide ma una sacca idrica e altre di tipo hand/soft pack comprimibili.