Unsupported Bike Adventure from Vienna to Barcelona (through the Alps and the Pyrenees)
Organization staff Adventure Bike Racing – Three Peaks Bike Race
TPBR2021cap11
Di retorica e tecnicismi sull’ultra-qualcosa, in questo caso l’ultracycling, se ne sente parlare ormai molto, essendo diventata una moda l’allungarsi delle distanze e delle difficoltà. Quello di cui vi voglio raccontare qui è invece il valore di una manifestazione sportiva che abbia saputo dare un ”taglio” originale e un nuovo paradigma per gli aspiranti partecipanti e alle loro aspettative.

Si, perché la Three Peacks Bike Ride (race), giunta alla sua 4a edizione, con un tracciato da corsa in montagna più dura d’Europa, quest’anno è cresciuta nella filosofia. La corsa è organizzata da Michael Wacker e dallo staff di Adventure Bike Racing, organizzatori esperti, molto smart che minimizzano i problemi ed accrescono la gioia di esser parte del gruppo dei partecipanti. Cosa non facile in una manifestazione “ultra” in quanto il rider è sottoposto ad uno stress psicologico e fisico che è anche il risultato di almeno un anno di dura preparazione all’evento.
A questo aggiungiamo che l’edizione 2021 appena conclusa ha avuto dei risvolti che definirei “epici”: è successo infatti che i partecipanti abbiano dovuto far fronte ad una perturbazione eccezionale che ha colpito la Svizzera per quattro giorni, con passi chiusi, neve, strade ghiacciate, temperature prossime allo zero, pioggia fitta e vento incessante. Chi aveva deciso di raggiungere il Peak2 (Maennlichen) da sud (percorrendo la pianura padana e il Canton Ticino) anziché da ovest (attraverso le Dolomiti e l’Austria) arrivato ad Airolo è stato costretto allo stop per la chiusura di tutti i passi. In quei momenti ho pensato che quello che stavamo vivendo fosse più giusto chiamarlo “il castigo ciclistico” 2021.
Tuttavia, la filosofia della corsa, l’empatia tra i partecipanti, l’approccio olistico, e le decisioni/comunicazione dell’organizzazione sono riusciti a trasformare questo frangente così drammatico dell’esperienza in un’occasione da focalizzare, da codificare, da ricordare. La capacità di tutti i concorrenti e dell’organizzazione di superare questo difficile momento con una visione in equilibrio tra il ”ride safe” e il ”competere in una corsa tra la Alpi” ha mantenuto l’adrenalina in circolo e ha supportato gli “sfortunati di Airolo” che appena possibile hanno ripreso la strada.
Dopo la soste forzata la corsa è proseguita con un paio di altri giorni di tempo infausto e il gap tra i due gruppi di partecipanti (che avevano intrapreso la via sud o nord) è risultato pressoché incolmabile. A me piace pensare che chi ha scelto la via dell’Austria, delle montagne, sia stato ripagato del maggiore rischio temporali e del dislivello maggiore che ha superato proprio dalla possibilità di non esser forzatamente bloccato dalla chiusura dei passi del Canton Ticino.
La TPBR2021 dunque è stata una edizione con un tracciato sicuramente più duro rispetto agli anni precedenti e con un meteo che, tra grande freddo e caldo estremo, non ha fatto sconti ai partecipanti. Correndola, ho potuto davvero notare dei grandi esempi di tenacia e dedizione sportiva. Tanti hanno raggiunto il loro limite, tanti, come non mai, hanno abbandonato la gara. I social riportano racconti di riders che hanno combattuto con gli elementi strenuamente. Sono rimasto impressionato dalla tenacia di alcune donne e giovani ragazze che ci hanno dato veramente un esempio di cosa significa pedalare in condizioni estreme, in alcuni casi sono risultate irraggiungibili, veloci, delle vere eroine della corsa e fonte di ispirazione e grande rispetto.
Come è andata a me, Cap11, per la seconda volta alla TPBR? La sensazione è di aver fatto più corse in una. Dopo aver raggiunto tra i primi (circa 10°) il Peak1, l’aver smarrito tutti i documenti mi ha fatto perdere circa 10 ore, alle quali si sono aggiunte quelle di stop obbligato ad Airolo, altre 12, facendomi raggiungere il Peak2 circa in 20° posizione. Una ulteriore distrazione mi ha rallentato di circa 4 ore dopo il Peak3 (posizione intorno al 25°).
La mia è stata una corsa ad intermittenza, con alte medie in movimento e lunghe pause forzate. Sono però soddisfatto di aver saputo gestire diverse situazioni estremamente complesse in gara e il fisico ha fatto ciò che la mente comandava, e questo nelle lunghe distanze è un grosso traguardo. Ho provato un immenso piacere in tutte le decisioni che ho preso. Senza rammarico sono convinto che, pur avendo una percentuale di tempo in movimento (circa 60%) davvero bassa, l’essermi fermato così tanto mi abbia permesso di finire la corsa in crescendo, in sicurezza e con consapevolezza.
Aver fatto parte parte di questo evento e del gruppo di riders che hanno cavalcato per le montagne d’Europa quest’anno è stato un dono, originato da una bella sinergia e dal perfetto approccio di organizzatori e partecipanti che hanno saputo fare fronte alle estreme difficoltà con spirito sportivo ed empatia umana.
Questo è stato particolarmente chiaro a Barcellona, dove tradizionalmente i riders più veloci aspettano all’Arco di trionfo (punto di arrivo) i compagni più lenti. Quest’anno ho visto ancora più forte la volontà di incontrarsi ed abbracciarsi, per mettere finalmente da parte la fatica collettiva profusa in una lunga settimana (la maggior parte degli arrivi è dal 7 al 9 giorno).




Si è creato qualcosa di più in termini di condivisione e di sentimento comune, forse per il bisogno di sentirsi meno soli nella difficoltà, forse per un cambio generazionale e di approccio, o forse perché alla fine abbiamo tutti creduto semplicemente e romanticamente alla gioia di spingerci forte con il vento in faccia.
Le mie tappe in breve (semplificando):
Tappa 1. Vienna AU – Mirano IT (tappa del Peack 1 / Mangart passaggio per recupero documenti di identità persi in Friuli, perse circa 8 ore): circa Km.650 non stop e D+6.500.
Tappa 2. Mirano IT – Airolo SW (bloccato poi dal maltempo per 12 ore): circa km.450 non stop e D+3.500.
Tappa 3. Airolo SW – Berna SW (maltempo e tappa del Peack 2 / Eiger): circa km.190 non stop e D+3.000.
Tappa 4. Berna SW – Le Grand-Lemps FR (maltempo costante, impossibile pedalare di più): circa km.260 non stop e D+3.000.
Tappa 5. Le Grand-Lemps FR – Tournay FR (la voglia di uscire dal maltempo verso il sole e la costa Francese, e la voglia di pedalare in una notte mite, verso i Pirenei) : circa km.650 non stop e D+3.500.
Tappa 6. Tournay FR – Vilaller SP (tappa del Peack 3 / Tourmalet, qui il meteo è stato splendido) : circa km.250 non stop e D+5.500.
Tappa 7. Vilaller SP – Barcelona SP (comprende il final parcour, coi tremendi 40 gradi da Monserrat a BCN) : circa km.300 non stop e D+3.350.

Thanks to
Scavezzon Biciclette, Dr.Franco Norbiato Fisioterapista, +Watt.
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